Intervista ad Elena Borboni

Elena Borboni nasce a Ome (BS), tra le colline della Franciacorta, si trasferisce a Brescia e frequenta la Scuola d’arte.

INTERVISTA PER “ARTE ITALIA” – DR. CASTELLANA – Canale 125 | 07/02/2020

1 – come hai iniziato a dipingere e come nasce l’amore per la pittura?

L’amore nasce in prima elementare. Avevo per compagno di banco un bimbo (col quale poi sono rimasta amica per la vita e che è diventato architetto) che sapeva fare bellissimi disegni, e io ne ero affascinata ed ammirata. Ciò, oltre ad avvicinarmi all’arte, mi ha fatto capire quanto fosse importate per me poter esprimere quanto c’era nel mio animo. Ho sempre provato stupore, meraviglia per la bellezza del prodigioso e miracoloso atto della “NASCITA “. Questo in senso universale, cosmico, sia nostro che della natura. Un connubio indissolubile

Ho frequentato la Scuola d’Arte, dopodiché ho iniziato a dipingere sulla porcellana. Mi piaceva poter creare oggetti belli e raffinati. Ma al mio epicentro creativo mancava sempre il non poter esprimere fino in fondo le emozioni del mio animo. Allora ho frequentato vari stage per affinare tecniche e, facendo successivamente molti esperimenti, sono riuscita a manipolare come volevo la porcellana, fondendo vetri, creando rilievi, incrostazioni, raggiungendo uno stile tutto mio, esprimendo il mio “se”. È nato così il mio tema: “VIAGGIO AL CENTRO DELLA VITA “. Sottotitolo che accompagna sempre le mie mostre.

In seguito, però ho sentito il bisogno di esprimermi su più ampi spazi, ed ho intrapreso a dipingere ad olio su tela.

2 – Hai anche fondato una scuola d’arte, ce ne vuoi parlare?

Mi è sempre piaciuto trasmettere la mia passione anche ad altri, e mi è venuta l’idea di allestire un laboratorio di pittura. Ho insegnato per molti anni. È stato un momento molto bello e profondo della mia vita

3 – È uno studio interiore il tuo, che nasce da un’intima intesa. È così?

Si, proprio così. Nella mia radura segreta sento vibrare nell’aria l’amore, l’armonia, l’incanto miracoloso e spettacolare di “un atto di generazione della vita”. Mi avvince e mi emoziona profondamente, un’avventura piena di fascino e di mistero.

Nonostante la mia vita non sia stata una passeggiata, la ritengo un dono inestimabile. Quando penso che dall’amore di due persone nasce un bambino, o quando guardo un fiore in alta montagna che sboccia incurante delle intemperie, un tramonto, una musica, mille altre meraviglie, io rimango senza parole. Queste emozioni profonde, questo oceano di colori, sono le sorgenti della mia arte.

È molto stimolante e affascinante studiare ogni volta il modo di esprimere questo racconto. Creare un’opera è per me come iniziare un viaggio adrenalinico, una nuova nascita, appunto.

4 – So che utilizzi molti materiali. Vetri-sabbie-stucchi ecc. Perché senti il bisogno di legarti così prepotentemente con i tuoi lavori?

Infatti, nei miei quadri uso sempre parti materiche. È una mia esigenza per poter interagire maggiormente con essi, lavorarli oltre che dipingerli. Il mio intento poi è creare un equilibrio incantato tra due forze potenti della vita: poesia, luce, bellezza, amore, con concretezza e realtà.

5 – Parliamo della tua pittura. Sei interprete di un’arte astratta con parvenze di figurativo. Questo è un effetto voluto o ti è capitato strada facendo?

È voluto. Mi avvalgo di un figurativo in chiave allegorica, simbolica e ancestrale per immortalare l “ESSENZA”. Inizio da un movimento rotondo, ove la sfera racchiude un gesto ciclico di rinnovamento. Infatti, la vita nasce dalla cellula umana e dalla terra, ed entrambe sono rotonde. Ho scelto dei soggetti a me prediletti e che trovo molto attinenti al mio racconto

LA ROSA – il significato intrinseco della rosa è “maternità”. Poi rappresenta perfettamente il movimento ciclico in quanto nasce, diventa la regina e appassisce. Però l’anno successivo “rifiorisce”

IL SOFFIONE O TARASSACO – È bianco puro, rotondo e soffiando diffonde la vita

ALBERI – Con la loro linfa ci donano il nostro esistere, affondano nell’infinito e dimostrano la legge primigenia della vita

SPIRALI – FOSSILI – sono archetipi della nostra esistenza

6 – Per rendere così luminose queste scene, che tecniche usi? hai fatto uno studio sul colore?

Ho sempre sentito che sono i colori che rendono le cose belle e fanno profumare ogni cosa ed ogni pensiero. Essi danno testimonianza della bellezza, della fantasia e poesia della vita quotidiana. Uso colori dell’iride, raffinandoli e stratificandoli dalle masse cromatiche per raggiungere tonalità vellutate. Cerco di Intrappolare la luce, con i suoi bagliori, per impreziosire l’effetto finale. Dare profondità e prospettiva con chiari e scuri

7 – Da anni esponi in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, ottenendo notevoli consensi e premi. Ce ne vuoi parlare?

È di grande soddisfazione vedere le proprie opere ottenere riconoscimenti importanti, fra cui il 1° PREMIO DELLA CRITICA – 1° PREMIO MIGLIOR TENDENZA ARTISTICA E 1° PREMIO MARGHERITA HACK – 3° classificata Biennale di Ghedi (BS). Ed è altrettanto appagante vedere che delle mie opere siano state apprezzate, sia in Italia che all’estero (Londra, Stoccolma, Monaco di Baviera ecc.). È altrettanto un compiacimento essere seguita da collezionisti che credono in me e mi spronano

8 – Progetti per il futuro?

Molti. Ma il progetto più importante è che spero che lo “STUPORE”, che è la sorgente della mia meraviglia, non si asciughi mai.

Esso è il dono più prezioso che ho per iniziare la mia arte.